Come diventare spagnoli in 9 tappe

Ecco la divertente guida per diventare spagnoli, tra flamenco e pranzi interminabili.

Come ogni espatriata che si rispetti, ho i miei trucchi per sentirmi più vicina a famiglia e amici: Skype, musica spagnola a tutto volume e scatolette di Fabada Litoral sono solo alcuni degli espedienti che utilizzo per superare i lunghi inverni tedeschi.

Quando torno a casa per le vacanze di Natale il cielo è azzurro e terso, la mia famiglia mi accoglie in costume tradizionale ballando e battendo le mani a ritmo del flamenco e a casa mi aspettano birre e tapas. Il tutto è ovviamente seguito da una lunghissima siesta.

No. In realtà sto scherzando.

Gli stereotipi sugli spagnoli sono numerosissimi: alcuni sono veri, altri totalmente falsi e anche un po’ dannosi. Ecco perché ho deciso di scegliere quelli più caratteristici: dopotutto, in ogni leggenda c’è sempre un fondo di verità!
Se vi capiterà di adottare alcuni di questi comportamenti, allora potrete dire la mitica frase mi casa es tu casa al termine della lettura di questo articolo!

1.Non passate inosservati

La prima regola è piuttosto famosa: uno spagnolo non passa mai inosservato.

Non è questione di attirare l’attenzione…. il problema è che il confine tra parlare a voce alta e gridare non è molto chiaro. Di conseguenza, qualsiasi pranzo di famiglia si colloca ben al di sopra di questo limite.
Noi spagnoli amiamo anche molto esportare le nostre tradizioni: fuori dai confini nazionali ci riconoscerete perché gridiamo nei luoghi pubblici e ci riuniamo per il botellón.

Non state lì a guardare e unitevi a noi.

2. Arraffate tutto quello che è gratis, anche se non vi interessa

No, non c’è nessun concerto di Justin Bieber in programma. Si tratta solo di un gruppo di spagnoli che sta aspettando di entrare gratuitamente da qualche parte, che si tratti dell’inaugurazione della nuova sala del Museo delle Rocce e dei Minerali o di una zarzuela al Teatro Nacional.
Se ci sono cibo e bevande gratuiti…

Io ho partecipato a molti eventi che non mi interessavano per niente solo perché c’erano vino e tartine! Ho bevuto un sacco di vino di scarsa qualità ma… vogliamo parlare del sapore sopraffino delle cose gratuite?

3. Salutate tutti con due baci

Le nostre mamme ci hanno insegnato la buona educazione e, in Spagna, essere educati significa saltare a piè pari le norme sociali e invadere la comfort zone delle persone.
Uno spagnolo non si accontenterà di salutare con le parole ma vorrà assolutamente avere un piccolo scambio di saliva con qualsiasi sconosciuto si trovi davanti: il bacio è quindi obbligatorio anche con gli amici della mamma di un amico di un collega.
A volte l’equazione è sbagliata perché i conti tra il numero di baci e le persone non tornano.
Mi è capitato di entrare in un bar, vedere tre amici e di baciare anche alcune persone lì vicino che non conoscevo!

4. Non aspettatevi un servizio veloce al ristorante

Come dice mio papà, “la pazienza è la madre della scienza”: forse è per questo motivo che in Spagna i famosi poster “Stay calm and…” hanno avuto un successo clamoroso.
Rilassatevi: ogni cosa ha bisogno del suo tempo e ogni persona ha il suo ritmo.
Quando entrate in un bar pieno di gente, non aspettatevi di essere serviti immediatamente… e nemmeno dopo dieci minuti. I camerieri sono bene istruiti a evitare gli sguardi e inizieranno a notarvi solo quando andrà bene a loro, non certo quando la vostra pazienza sarà esaurita.
Quando alla fine si decideranno a chiedervi che cosa desiderate, dovrete aspettare ancora.
Abbiate pazienza: quando finalmente la vostra birra e le vostre tapas saranno al tavolo, vi renderete conto che ne è valsa la pena.

5. Rendete spagnoleggianti tutte le parole straniere

Agli spagnoli non interessa il fatto di essere presi in giro, tranne quando si tratta delle lingue che parlano.
Imparando un pochino di spagnolo, vi farete un sacco di amici fedeli… perché a noi piace tanto comunicare e se è nella nostra lingua, ancora meglio.
Ci piace molto anche rendere spagnoleggianti tutte le parole, sia nella loro forma scritta — güisqui (whiskey) o beicon (bacon) — che in quella parlata: chiedete a qualcuno se gli piacciono gli U2 (YúTú) invece degli U Dos e vediamo come vi risponde!

6. Siate spontanei e non programmate troppo le cose

La spontaneità è una qualità che non si può imparare e noi spagnoli siamo MOLTO spontanei, a volte anche troppo, e — per questo motivo — siamo anche abbastanza volubili: diciamo che non vogliamo uscire e, dopo pochi minuti, ci troverete seduti al tavolino di un bar.
Le parti migliori di questa spontaneità sono la battuta facile, un senso dell’umorismo assurdo ma veloce, incontri inaspettati e piani dell’ultimo minuto.
Che ne dici di una birra? Certo! (Con questi capelli?!?)

7. Imparate l’arte delle chiacchiere di circostanza

Chiacchiere di circostanza! Parlare di cose banali come il tempo, i programmi per il weekend, il calcio, i risultati delle elezioni di un paese di cui non vi importa niente, il funzionamento della fotocopiatrice dell’ufficio, il nuovo iPhone7 oppure i suggerimenti dei vicini per alleviare l’allergia ai pollini… gli spagnoli sono veramente bravi in queste conversazioni da ascensore.
Una leggenda narra che uno spagnolo sia riuscito a parlare di cose futili e leggere per sette anni di seguito.

8. Trascorrete molto tempo a tavola

Sobremesa letteralmente significa proprio “sopra il tavolo”.
Questa parola spagnola, però, indica anche quel tempo prezioso che si trascorre a tavola subito dopo aver finito di mangiare.
Si prende il caffè, il digestivo, il dolce… ma la cosa fondamentale è continuare ad avere una conversazione piacevole. Chi vuole può anche alzarsi da tavola e non partecipare alla sobremesa, non succede nulla… è lui che ci perde.
A tavola si parla di quello che si vuole e come si vuole: questo significa che le persone si parlano una sopra l’altra e ben presto non si capisce più niente!
La mia teoria è che il multitasking sia stato inventato da uno spagnolo mentre cucinava, parlava, beveva e programmava il digitale terrestre… tutto nello stesso momento.

9. Dormite nel buio totale

Dormire nel buio assoluto: le ore di luce in un anno (circa 4800) sono abbastanza. Quando è ora di dormire, noi facciamo sul serio. Non ci sono vie di mezzo… vogliamo le persiane.
In estate, a Berlino, il sole sorge alle 4: ma perché dovrei svegliarmi? Mi piace dormire durante il weekend, non voglio essere svegliata presto dalla luce del sole! Rivendico il mio diritto di illuminarmi la faccia con lo schermo del telefono alle 11 di un sabato mattina e, se ne ho voglia, di continuare a dormire.
Voi fate quello che volete… a casa mia ci sono le tende e se vi va di dormire profondamente, beh, mi casa es tu casa!

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Cristina Gusano

Cristina Gusano Sanz ha imparato a parlare molto prima di camminare, e alcuni potrebbero confermare che da allora non ha mai smesso. Ha studiato storia dell'arte per poi specializzarsi in comunicazione, social network e marketing culturale. Vive a Berlino dal 2011 e si è unita al team di Babbel nel 2015. Preferisce scrivere lettere "alla vecchia maniera" alla sua famiglia e ad i suoi amici e le piace molto cantare mentre va in bicicletta.

Cristina Gusano Sanz ha imparato a parlare molto prima di camminare, e alcuni potrebbero confermare che da allora non ha mai smesso. Ha studiato storia dell'arte per poi specializzarsi in comunicazione, social network e marketing culturale. Vive a Berlino dal 2011 e si è unita al team di Babbel nel 2015. Preferisce scrivere lettere "alla vecchia maniera" alla sua famiglia e ad i suoi amici e le piace molto cantare mentre va in bicicletta.