Avete mai sentito parlare dell’alfabeto farfallino?

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Foto di una farfalla monarca, che non sa parlare l'alfabeto farfallino

Quando e dove sia nato, non si sa. Eppure, tantissime persone che l’hanno imparato quando andavano ancora alla scuola elementare, se lo ricordano ancora, e ogni tanto perfino lo usano. Oppure, quando qualcuno dice qualcosa d’incomprensibile, prendono in giro questa persona e gli chiedono: “Non starai mica parlando in alfabeto farfallino?!”

Che cos’è l’alfabeto farfallino?

L’alfabeto farfallino è una lingua inventata, o meglio ancora una lingua ludica, una sorta di codice che è stato inventato, non si sa da chi, in modo da creare una lingua incomprensibile a chi non fa parte della ristretta cerchia che ne conosce i meccanismi. In verità, essendo una lingua ludica infantile, il meccanismo dell’alfabeto farfallino è piuttosto semplice: si raddoppia ogni vocale di ogni parole, aggiungendoci in mezzo una effe. Ma non è l’unica versione esistente: una variante, infatti, inserisce la effe solo al termine della sillaba.

Qualsiasi sia il sistema utilizzato, con l’alfabeto farfallino ogni parola, anche la più semplice, diventa praticamente incomprensibile – almeno fino a quando non si è capito lo stratagemma. E così “ciao” diventa “cifiafaofo”, “mattina” diventa “mafattifinafa”, “coriandolo” diventa “coforifiafandofolofo” eccetera eccetera.

➡️ Leggi anche: La storia di due gemelli che hanno trasformato il loro linguaggio segreto in una vera e propria lingua artificiale

Una specie di verlan

Se vi è venuto in mente il verlan, o il riocontra lombardo, non siete molto distanti dalla realtà. Queste lingue inventate, in cui la struttura delle parole viene modificata per risultare incomprensibile, nascono spesso nell’ambito dell’infanzia o dell’adolescenza, per varie necessità: per non farsi capire dai genitori o dai professori, certo, ma anche per stabilire un codice unico tra amici, oppure, a volte, anche solo in ambito individuale e crearsi una lingua tutta per sé stessi. È un fenomeno molto comune e magari anche voi, quando eravate piccoli, vi siete inventati un codice segreto che ora avete dimenticato.

Com’è, come non è, l’alfabeto farfallino è uno di quei codici che hanno avuto talmente tanto successo che in tantissimi lo ricordano ancora oggi anche se magari l’hanno imparato 40 anni fa. E che sia una specie di fenomeno di massa, lo testimonia anche il doppiaggio italiano di Big Bang Theory. Nel settimo episodio della decima stagione, L’elasticità della veridicità, Sheldon e Leonard parlano in Klingon, la lingua inventata parlata dai Klingon in Start Trek, per non farsi capire dalle loro fidanzate. Penny ed Amy, allora, passano al contrattacco, parlando tra di loro in Ubbi Dubbi, una lingua ludica che è stata inventata nel diciassettesimo secolo negli Stati Uniti. I traduttori italiani della serie tv scelsero l’alfabeto farfallino per rendere questo passaggio, che sarebbe stato altrimenti impossibile da capire per chi non conosce a fondo la cultura statunitense.

L’alfabeto farfallino nelle altre lingue

Il che ci porta alla prossima domanda: il farfallino e l’Ubbi Dubbi sono le uniche lingue ludiche esistenti? La risposta è: ovviamente no! Ecco una lista (non esaustiva, perché l’immaginazione, come si sa, non ha confini) di lingue simili all’alfabeto farfallino:

  • Ubbi Dubbi: l’Ubbi Dubbi, detto anche Pig Greek o Double Dutch, è stato inventato, pare, addirittura agli albori dell’inglese americano, nel diciassettesimo secolo. Il meccanismo è identico a quello dell’alfabeto farfallino: si aggiunge un “ub” al termine di ogni sillaba: “hello”, per esempio diventa “hubellubo”.
  • Pig Latin: il Pig Latin non ha niente a che fare col latino, ma è una lingua inventata a partire dall’inglese in cui la prima lettera di una parola va posizionata alla fine, aggiungendoci poi il suffisso -yay. “Love”, in Pig Latin, diventa quindi “ovlay”.
  • Javanais: la versione francese dell’alfabeto farfallino si chiama Javanais e consiste nell’inserire “av” dopo ogni consonante che sia seguita da una vocale (“bonjour”, quindi, diventa “bavonjavour”). Lo javanais è talmente popolare che Boris Vian, uno dei parolieri più famosi della storia francese (è stato, tra le altre cose, romanziere, poeta e trombettista) scrisse una canzone per spiegare come funzionava.
  • Löffelsprache: letteralmente lingua cucchaio, la versione tedesca è molto simile a quella italiana, perché si raddoppiano le vocali, mettendoci in mezzo “lew”. Online si trova perfino un traduttore tedesco-Löffelsprache: buon divertimento!
  • Jerigonza: usato in Spagna ma anche in America Latina (anche se il nome può variare a seconda del paese), lo jerigonza raddoppia le vocali e in mezzo ci aggiunge la “p”: “burro” (che vuol dire, asino, non burro!) allora, diventa “bupurropo”.

L’alfabeto farfallino e Fellini

Ebbene sì: perfino uno dei più grandi registi della storia, non solo del cinema italiano, era familiare con questo codice. In una scena di 8½, il protagonista, Guido Anselmi, che è un alter ego di Fellini stesso, incontra una chiaroveggente che legge il pensiero. Quando arriva il turno di Guido, la chiaroveggente, dopo aver letto nella sua mente, scrive sulla lavagna una parola apparentemente incomprensibile: “Asa-nisi-masa”. Guido, conferma, era la parola che aveva in mente.

A quel punto parte un flashback, nel quale un bambino racconta a Guido che gli occhi di un certo dipinto possono essere fatti muovere recitando la formula magica “Asa-nisi-masa”. Fellini non disse mai da dove aveva preso quella parola, ma più o meno tutti sono concordi nell’affermare che “Asa-nisi-masa” non sarebbe nient’altro che “anima” in serpentese (non stiamo parlando della lingua che Harry Potter padroneggia alla perfezione), una versione dell’alfabeto farfallino che funziona in maniera identica, solo che si inseriscono le “s” invece delle “f”.

Insomma, l’alfabeto farfallino ha una storia davvero affascinante, che ha ispirato poeti e registi. E non sorprende che siano stati dei bambini a creare con la loro fantasia questo mondo alternativo e pieno di possibilità.

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